

24 Maggio 2024
In altre parole: Pennarello
Marker (inglese), vivid (neozelandese), flomaster (russo), texta (australiano), koki (sudafricano), feutre (francese), marcador (spagnolo)… le altre lingue sottolineano la qualità principale del pennarello, nato non per colorare ma per sottolineare o evidenziare qualcosa: in italiano prevale una singolare crasi tra “penna” e “pennello”, per mostrare quello che è il suo uso scolastico più comune, l’equivalente artistico del flauto in plastica per lo studio della musica. Odiati e amati al tempo stesso, i pennarelli sono delle cannucce che contengono colore liquido che passa attraverso una punta in materiale diverso (per esempio il feltro), che possa far scendere il colore in maniera controllata fino a depositarsi sulla carta. I pennarelli si distinguono e presentano nomi diversi a seconda del tipo di inchiostro utilizzato, della dimensione della punta e del serbatoio, e così via. Il primo brevetto per un pennarello risale al 1910, ma il vero successo arriva nel 1953 con il Magic...