Qualche anno fa proposi a una classe di scuola secondaria di primo grado una riflessione-percorso su i capelli nella letteratura e non solo. Non una cosa tediosa o lunga. L’idea era: nei libri di Rundell, che la classe aveva letto, le  protagoniste vivono tutte fuori della società “civile” e fuori dalle regole del buon senso e del decoro imposti dalle convenzioni. Sono sporche e scomposte, spesso scalze. Costrette a fuggire si nascondono scomparendo agli occhi di chi non sa vedere. E tutte usano i capelli -  che portano lunghi fino alle ginocchia e spettinati –  per nascondersi e pulirsi, ma anche per nascondere piccoli animali contro chi vuole far loro del male (Will in Capriole nella tempesta), per scaldarsi (Feo di La ragazza dei lupi) oppure sono costrette a nascondere la chioma spettinata per non essere riconoscibili (Sophie). Cosa rappresentano i capelli in Rundell? e dove, in letteratura e non,...