C’è una espressione bella e terribile che definisce bene un processo che sta toccando le giovani generazioni: è “Desertificazione dell’esperienza”. 

Significa che oggi bambini e bambine raramente hanno conoscenza diretta delle cose: perlopiù le ricostruiscono o le scoprono da schermo, e non vivendole direttamente. 

Fin da piccolissimi, questo corrisponde a una eccessiva importante del canale visivo sugli altri canali: conta quello che vediamo, e saturando la vista siamo anche meno in grado di immaginare. 

Ecco alcuni esercizi per riprendere il mondo anche con altri sensi, in particolare, adesso, con l’udito.

  • Quando fate un’uscita didattica, registrate di nascosto alcuni suoni dei posti che vedete, anche semplicemente con il telefono mandando un vocale a voi stessi. Poi fate riascoltare in classe i suoni, chiedendo di indovinare dove eravate.
  • Fate lo stesso anche con un percorso che non avete fatto insieme alla classe, chiedendo di nuovo di indovinare dove eravate.
  • Chi ha voglia può mandare i suoi suoni, per far indovinare agli altri dove si trova.
  • Potete anche inventare insieme dei suoni per immaginare posti che non esistono. In rete si trovano molte banche sonore, cioè depositi di rumori e di brevi sequenze; questa per esempio è quella di Pixabay: https://pixabay.com/it/sound-effects/ – ne trovate uno in allegato, ed è molto “sintetico”, secondo me vale la pena lavorare da soli a creare archivi di suoni più naturali
  • Provate a trovare i suoni giusti, per esempio, per un Silent Book, un libro senza parole – potete costruirli in classe, usando materiali vari, o farli a voce.

Foto di kyle smith su Unsplash