“Tu sei responsabile, tutti siamo responsabili della nostra esistenza”
Nell’iniziare l’anno scolastico, ho mostrato agli studenti delle mie classi (seconda e terza media) un’intervista di Franco Battiato alla tv svizzera RSI (2007, vedi sotto) nella quale il noto cantautore pronuncia un’accorata invettiva contro la tendenza a giustificare qualunque azione, anche la più nefanda, mettendola in relazione al contesto sociale, familiare ecc. Nel citare esempi di crimini specifici (il delinquente che assalta una banca o deruba una donna anziana e la picchia) spesso oggetto di una giustificazione (”è colpa della società, della famiglia, dello Stato”), Battiato ha un vero e proprio moto di rifiuto: ”Tu sei responsabile, tutti siamo responsabili della nostra esistenza”.
Richiamo che colpisce specie perché viene da un personaggio tutto fuori che conformista e convenzionale, e sacrosanto principio che la scuola stessa si dovrebbe incaricare di diffondere fin dalla più tenera età al fine di non ritrovarsi ad affrontare una deresponsabilizzazione di massa quale quella cui stiamo assistendo per cui ogni azione, anche la più scellerata, rimanda sempre ad una qualche forma di giustificazione. Ne è esempio atroce l’efferato delitto del settembre scorso a Paderno Dugnano, laddove un diciassettenne ha sterminato la propria famiglia uscendosene poi con la seguente affermazione: ”Vivevo un disagio”. E tutti quei ragazzi che sono vissuti tra le macerie della guerra e le fatiche del dopoguerra cosa avrebbero dovuto fare, diventare tutti serial killer?, verrebbe da dire forse senza eccesso di grossolanità.
Purtroppo il tema della mancata responsabilizzazione specie delle fasce giovanili sembra davvero rivestire il carattere di una vera e propria emergenza e la scuola non sembra svolgere appieno il proprio compito, sempre più pronta – in ossequioso rispetto delle recenti tendenze – ad assecondare e giustificare qualunque comportamento degli studenti in un eccesso di buonismo che altro non fa che gettare legna sul fuoco della deresponsabilizzazione: valga per tutti l’esempio di quell’alunno delle scuole superiori che, non più tardi di due anni fa sparò dei colpi di pistola ad aria compressa contro un’insegnante e che l’istituto stesso pensò bene di ”premiare” con un bell’8 in condotta, fortunatamente corretto poi dall’intervento del ministro. ”Bisogna ascoltare il grido d’aiuto dei ragazzi”, disse giustamente Sandra Scicolone dell’Associazione nazionale presidi all’indomani dell’accaduto, ma al tempo stesso occorre potenziare la voce degli adulti, insegnanti in questo caso, che – sempre per citare un altro noto cantante – dovrebbero ”dire no”. No al va bene sempre e comunque, che ci si impegni o meno, che ci si comporti in modo rispettoso o meno, ed è un ”no” che oggi è sempre più difficile pronunciare vista la quantità di ostacoli che la scuola si trova di fronte, in primo luogo la tendenza diffusa presso molti (per fortuna non tutti) i genitori a proteggere e difendere i propri figli in qualsiasi circostanza, anche quando il richiamo a rispondere delle proprie azioni (‘‘responsabilità” deriva appunto da rispondere) sarebbe invece giusto e sacrosanto.
https://www.rsi.ch/play/tv/controluce/video/controluce-franco-battiato?urn=urn:rsi:video:1643834
Foto di Christian Buehner su Unsplash