Guardare indietro per vedere avanti.
Pensare con gli occhi – una rubrica sul cinema vivente.
Dicembre 2024
Natale, si sa, è, tra le mille altre occasioni di consumo e riposo, anche il periodo in cui fioccano in ogni dove – multisale, piattaforme in streaming, tv generaliste – decine e decine di proposte cinematografiche.
Quali sono – secondo me, la classifica non può essere che soggettiva – i migliori film da vedere, rivedere, far vedere a Natale?
Indico i primi cinque.
Al primo posto non può che esserci La vita è meravigliosa (It’s a wonderful life. Usa, 1946) di Frank Capra.
Porta benissimo i suoi quasi ottant’anni questo magnifico film, curiosamente nato da un racconto (intitolato Il grande dono) scritto per essere regalato ad amici e parenti da Philiv Van Doren Stern. La storia di come George Bailey (James Stewart) viene salvato dal suicidio dall’aspirante angelo Clarence Odbody (Henry Travers), che gli dimostra come la sua esistenza, che egli considera fallimentare e priva di significato, abbia invece contato moltissimo nelle vite degli altri, è ancora insuperata in quanto a esemplarità dei meccanismi di sceneggiatura, maestria registica, perfezione degli e delle interpreti, sapienza narrativa e rigore etico.
Al secondo, ma è un secondo molto vicino al primo, sta, secondo me, Miracolo a Milano (Italia, 1951) di Vittorio De Sica.
È il film che segna, nella collaborazione tra De Sica e lo scrittore-sceneggiatore Cesare Zavattini, il passaggio dal neorealismo al realismo fantastico. (Gabriel Garcia Marquez, raccontava che fosse stato questo film ad ispirargli uno stile che poi produrrà capolavori come Cent’anni di solitudine, prossimamente in programmazione come serie su Netflix).
È anche il film – che avrebbe dovuto intitolarsi I poveri disturbano, ma per ragioni produttive il titolo fu cambiato – che in un bellissimo racconto di dignità e riscatto ha al suo interno la sequenza del volo sulle scope alla quale Steven Spielberg ha fatto riferimento per quella del volo delle biciclette in E.T. – L’extraterrestre, tanto per dire che c’è stato un cinema italiano che ha insegnato a far cinema anche a registi di tutto il mondo.
Foto di Leo Rivas su Unsplash
Per restare tra i classici, anche della letteratura, porrei al terzo posto Canto di Natale di Topolino (Mickey’s Christmas Carol. Usa, 1983) di Burny Mattinson. In ventisei minuti si mette in scena quella che è, a mio parere, la migliore delle molte versioni cinematografiche del racconto di avarizia e redenzione scritto da Charles Dickens nel 1843. Non poteva essere che zio Paperone (che nell’originale inglese si chiama Uncle Scrooge, con diretto riferimento al personaggio creato da Dickens) ad interpretare l’anziano protagonista, che deve confrontarsi con gli spiriti dei Natali passati, presenti e futuri.
Immancabile in ogni programmazione televisiva è il quarto classificato, Una poltrona per due (Trading Places. Usa, 1983) di John Landis, che nel raccontare lo scambio di ruoli tra il rampollo della grande finanza Louis Winthorpe III (Dan Aykroyd) e il furbo clochard Billy Ray Valentine (Eddie Murphy) riesce, al contempo, ad operare una ferocissima e sarcastica critica del sistema finanziario e capitalistico e a richiamare alla memoria quanto sia opportuna e produttiva l’alleanza tra gli oppressi. Va anche ricordato che uno dei due anziani plutocrati che si sfidano in una scommessa che risulterà per loro foriera di disastri è Don Ameche, che quarant’anni prima era stato il protagonista del delizioso e filosoficamente raffinatissimo Il cielo può attendere (Heaven Can Wait. Usa, 1943), con il quale il grandissimo Ernst Lubitsch ci ha regalato una tuttora validissima riflessione sulla vita e sulla morte.
Chiude, si fa per dire, la classifica un bel film italiano recente (è del 2019), Il primo Natale, scritto, interpretato da (Salvatore) Ficarra e (Valentino) Picone, che utilizzando l’escamotage del viaggio nel tempo riescono, ed è sempre un bel riuscire, a divertirci, farci riflettere sul mondo di oggi, intenerirci e anche commuoverci, unendo la massima considerazione per le belle tradizioni come quella del Presepe e l’identico rispetto per altri popoli e altre religioni.
Buon Natale, dunque, e Felicissimo Anno Nuovo, al cinema, in famiglia, con gli amici, in serenità e salute.
Carlo Ridolfi
Foto di copertina by Kelly Sikkema su Unsplash