Una riflessione sulla complessità del ruolo del tutor, in particolare sul suo compito di “orientatore”, come introdotto dalle linee guida allegate al DM 328 del 22 dicembre 2022, che prevedono nei percorsi di istruzione secondaria di I e II grado ore aggiuntive specifiche per realizzare attività di orientamento per gli studenti.

La parola “tutor” (termine derivato dal latino “tueri”) compare in diversi contesti in cui si parla di scuola, sia con riferimento ai docenti sia ai discenti. Si tratta di un ruolo che viene attribuito, per formazione ed esperienza professionale, ad un soggetto cui viene – se così si può dire – “affidato” un altro soggetto al quale deve trasmettere le proprie competenze o in favore del quale è tenuto ad utilizzarle.

Nonostante la qualità dei suoi requisiti, il tutor non deve porsi come esperto, poiché non è “semplicemente” un formatore: il suo compito è, infatti, quello di instaurare una relazione in cui l’altro non sia posto in situazione di subalternità, ma venga accompagnato e valorizzato.

Per realizzare efficacemente il proprio mandato, il tutor deve assumere in sé anche il compito di “facilitatore”, ponendosi in atteggiamento di ascolto attivo, di “cura”, di sostegno, di “conduttore” verso una presa di coscienza di sé.

Un supervisione professionale

Nel percorso di formazione e di prova degli insegnanti neoassunti, tale figura assicura un  affiancamento durante tutto l’anno scolastico, con compiti di collaborazione e di supervisione professionale. Quest’ultima azione – come afferma Mario Comoglio – è finalizzata a:

consentire l’accertamento delle abilità fondamentali per l’espletamento dell’attività educativa, (…) fornire una risposta costruttiva ai singoli insegnanti, (…) riconoscere e rinforzare la pratica più efficace.

Nel contempo, all’interno del modello formativo proposto agli insegnanti in anno di formazione e prova, il tutor ha una funzione di garanzia dello svolgimento del programma previsto,  assicurando il collegamento tra la parte teorica della formazione e il lavoro didattico sul campo.

Nel linguaggio ministeriale (es..nota ministeriale n.30354 del 4 ottobre 2021)  il tutor viene qualificato anche come “mentor”, in particolare nei confronti “ di coloro che si affacciano per la prima volta all’insegnamento”.

Il ruolo della guida

Quest’ultima citazione ci porta ad assimilare le funzioni del tutor a quella del“mentore”, termine usato con il significato più ampio di “guida”. Ma cosa fa una guida?

Stimola l’altro a conoscersi – attraverso l’espressione di sé – in termini di limiti e potenzialità, nonché ad auto-valutarsi attraverso la riflessione sulla pratica, al fine di trovare la direzione di avvio e di prosecuzione del proprio Progetto di Vita.

Quest’ultimo riferimento conduce la nostra analisi ad un diverso ambito: ci riferiamo al ruolo di “tutor orientatore”, introdotto dalle linee guida allegate al DM 328 del 22 dicembre 2022, le quali hanno, nel  contempo, introdotto nei percorsi di istruzione secondaria di I e II grado 30 ore aggiuntive specifiche per realizzare attività di orientamento per gli studenti.

Riforma dell’orientamento scolastico

Prima di parlare di “novità” nella recente proposta ministeriale, sarebbe bene premettere che molte riforme scolastiche prendono avvio dalla rielaborazione di percorsi già disposti da norme precedenti, o da buone prassi già da tempo presenti nella quotidianità dell’esperienza formativa e didattica.

Cerchiamo, allora, di capire se “c’è del nuovo” in questa proposta ministeriale; per farlo, dobbiamo chiederci innanzitutto cosa intendiamo per “riforma dell’orientamento scolastico”.

Nelle suddette “Linee guida” emanate dal Ministro Valditara, al comma 3 dell’art.4. (Il valore educativo dell’orientamento) troviamo un’affermazione a mio avviso fondamentale:

L’orientamento inizia, sin dalla scuola dell’infanzia e primaria, quale sostegno alla fiducia, all’autostima, all’impegno, alle motivazioni, al riconoscimento dei talenti e delle attitudini, favorendo anche il superamento delle difficoltà presenti nel processo di apprendimento.

In questa prospettiva, tutti i docenti devono saper orientare, svolgendo nei confronti degli alunni, poi studenti, il ruolo di “tutor-mentore”.

Non a caso, nei prossimi anni scolastici l’orientamento costituirà una priorità strategica della formazione dei docenti di tutti i gradi d’istruzione, nell’anno di prova e in servizio.

Insegnante come “costruttore di competenze”

In altre parole, ogni insegnante deve essere capace di far emergere le potenzialità di ciascun allievo, conducendolo a mantenere sempre uno sguardo rivolto al proprio futuro. Questo è possibile solo a condizione che l’insegnante abbia preso coscienza della propria identità professionale, che non si limita più al ruolo di trasmettitore (di contenuti/conoscenze) ma deve incarnare il modello di costruttore di competenze.

Di solito, quest’ultima funzione si realizza in modo più naturale e spontaneo nella scuola dell’infanzia, i cui docenti lavorano per unità di apprendimento progettate flessibilmente sulla base delle caratteristiche, delle esigenze e delle conoscenze dei bambini.

Negli altri ordini di scuola, purtroppo, l’attenzione alle discipline tende progressivamente a favorire  la passività del discente che, oltre a non rendere efficace l’apprendimento, non consente allo stesso di continuare nel proprio percorso di autoconoscenza in vista della realizzazione graduale del proprio progetto di vita.

Rinnovamento costante delle competenze

Tornando alla formazione iniziale dei docenti (ed estendendo l’istanza a quella in itinere), è fondamentale, quindi, operare per un rinnovamento delle competenze, che includa i nuovi modelli di apprendimento partecipativo e interdisciplinare.

Solo a queste ultime condizioni può realizzarsi un’azione efficace del ”tutor d’orientamento” nella gestione di particolari “momenti di transizione”, quali i passaggi tra diversi ordini e gradi scolastici e l’uscita da percorsi formativi.

La sua azione dovrebbe, infatti, innestarsi sull’evoluzione di attitudini, di interessi e di passioni già consapevolmente acquisite dallo studente nei precedenti contesti educativi, grazie  a tutti gli insegnanti che le hanno fatte emergere, favorendo la sua crescita scolastica e personale.

A queste condizioni è possibile, per il tutor, coordinare il processo e le attività che accompagnano gli studenti e le loro famiglie ad una scelta consapevole e ponderata, che valorizzi le potenzialità e i talenti  degli studenti.

In ogni caso, il tutor per l’orientamento  ha  un compito molto complesso, che richiede competenza nel  campo degli strumenti e delle tecniche per l’orientamento formativo e informativo.

Si auspica, pertanto, che risultino realmente efficaci, in tal senso, le iniziative formative specifiche che, secondo le Linee Guida, saranno organizzate da ciascun Ufficio Scolastico Regionale per i docenti tutor delle scuole secondarie di I e II grado.

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