Attraverso la Favola d’Amore di Hermann Hesse, Valerio Camporesi ci parla dell’importanza del trasformarsi nella vita e nel mondo della scuola, e dell’amore quale forza inspiegabile, misteriosa, di tensione verso l’altro.

A pochi giorni da San Valentino, come non parlare d’amore? E lo facciamo con questa bella storia – nata dall’unione di pittura e scrittura – di Herman Hesse, dal titolo, appunto “Favola d’amore”.

Si tratta di un libretto illustrato di poche pagine, in cui la narrazione e i dipinti di Hesse si fondono in un unicum inscindibile per descrivere la vicenda di un giovane pittore, Pictor.

La storia

Vagando per il Paradiso, Pictor incontra un uccello dai mille colori. A lui Pictor pone la domanda delle domande:

“Dov’è dunque la felicità?” “La felicità, amico, è ovunque, sui monti e nelle valli, nei fiori e nei cristalli”.

E l’uccello, davanti agli occhi di Pictor, si trasforma prima in fiore e poi in farfalla e, in ultimo, in un cristallo dal color rosso fuoco.

Pictor, abbagliato, non può che afferrare il cristallo ma subito appare un serpente: “La pietra ti trasforma in quello che vuoi. Presto, dille il tuo desiderio prima che sia troppo tardi!” Convinto dal serpente, Pictor chiede di essere trasformato in un albero: da sempre aveva desiderato esserlo. 

Vive felice per lungo tempo. Eppure un giorno si accorge che nel Paradiso ogni cosa si trasforma e ognuno gode beato delle continue metamorfosi. Solo lui resta sempre lo stesso, reso immutabile dal sortilegio del cristallo, e inaridisce. Diviene triste, e capisce: ogni cosa, per essere felice, deve cambiare, trasformarsi.

Quando una fanciulla giunge al cospetto dell’albero, subito Pictor inizia a vibrare di passione per la ragazza ma la sua condizione di albero lo imprigiona: amaramente rimpiange di essersi consegnato a una felicità falsa perché immutabile e che ora gli impedisce di congiungersi alla ragazza che ama. Ma un uccello vola sopra di loro, e dal becco fa cadere un rubino.

Abbagliata dal suo splendore, subito la fanciulla lo coglie e in un attimo si avvera il suo sogno: divenire tutt’uno con l’albero. Pictor diviene Pictoria, i due diventano uno, e da lì l’albero inizia anche lui a trasformarsi, come tutte le creature del Paradiso.

Favola amore

Alla scoperta dei significati profondi

Appaiono molteplici e assai profondi i significati di questa breve favola di Hesse. È anzitutto, una favola d’amore: l’amore come forza inspiegabile, misteriosa, come struggimento e tensione verso l’altro. E l’unione dei diversi (in questo caso uomo/donna) è l’altro tema sotteso alla favola: solo nel ritrovarsi tra parti diverse e nella conciliazione degli opposti è possibile ritrovare la vita, l’amore.

Un messaggio tanto più forte nella società di oggi nella quale sembrano prevalere dinamiche identitarie che escludono il diverso: eppure tutto cambia, e il nemico di oggi può diventare l’amico di domani, così come le creature del Paradiso mutano in continuazione.

Un inno alla trasformazione

Ma la favola è anche un inno alla trasformazione, alla necessità di cambiare per stare al passo col fluire della vita, messaggio di grande utilità anche per chi vive il mondo della scuola: quante volte un insegnante è chiamato a mutare il proprio modo di insegnare, di vedere gli alunni, di giudicare? Quante volte deve abbandonare i propri pregiudizi, le proprie fissità, e vedere ed agire con occhi e voce nuovi? Alcuni insegnanti non lo fanno, e assumono lo sguardo inaridito di Pictor.

Simile e speculare, la legge del cambiamento vale anche per gli studenti: quanto lavoro c’è da fare per rimuovere l’attaccamento agli stereotipi, ai condizionamenti che tante volte opprimono le loro menti, per far sì che – come Pictor – anch’essi non inaridiscano. Perché se “La felicità è ovunque, sui monti e nelle valli, nei fiori e nei cristalli” perché non può esserlo anche a scuola?

Proprio la scuola tante volte dipinta come luogo di noia e di fatica, con i suoi compiti, le sue interrogazioni e i suoi mille problemi, ma luogo – anche – del divenire. L’augurio, è che tutti, studenti e insegnanti, giungano alla fine del percorso scolastico avendo compiuto una parte del proprio processo di trasformazione individuale, e che il loro mutamento duri in eterno come per tutte le creature del Paradiso.