Dal progetto “Il museo va a scuola”, parliamo de “La Stanza delle Meraviglie”: un’idea per un laboratorio da fare in classe.

Ogni volta che rileggo il titolo di questo laboratorio mi torna in mente l’immagine del mio primo “museo dei fossili e dei minerali”, visitato insieme alla mia famiglia quando avevo circa 8 anni.

Gli oggetti, riposti con cura sotto i faretti, sembravano voler raccontare ognuno la sua storia…Storie della Terra, storie di silenzio e profondità…I colori e le forme dei minerali erano sorprendenti e mai avrei pensato che delle rocce, dei semplici “sassi”, potessero essere così!
Quando poi il guardiano ci raccontò le loro storie la mia passione divenne Amore e decisi che da grande avrei senz’altro fatto la Geologa!

Non diventai in effetti una Geologa ma la curiosità per la Terra e tutto quello che conserva nella sua pancia, fa ancora oggi parte di me.

Per quel che mi riguarda quindi, per creare un meraviglioso museo o una stanza delle meraviglie, non basta una collezione di oggetti interessanti; certo questo aiuta senz’altro, ma la vera differenza la fa chi ci racconta le loro storie e come ce le racconta!

Come nasce l’idea di Museo?

Per sviluppare l’argomento con i bambini della classe, siamo partiti da una domanda: “come nasce l’idea di Museo?” (inteso come luogo dove vengono conservati oggetti che raccontino storie).

Andando indietro nel tempo, scopriamo che l’antenato dei nostri attuali musei furono le cosiddette  “Stanze delle Meraviglie” chiamate anche “Wunderkammer” o “cabinet de curiositè”; si tratta di collezioni private di oggetti fuori dal comune che suscitavano in chi le vedeva un sentimento di Meraviglia! Gli oggetti “meravigliosi” potevano essere di origine naturale ma a volte si trattava anche di oggetti bizzarri creati dall’uomo. Questi oggetti collezionati venivano mostrati agli ospiti ai quali si raccontavano le storie dei viaggi e degli oggetti stessi.

Come introdurre il tema…

Per introdurre il tema degli oggetti che raccontano storie, ho letto ai bambini l’albo illustrato La casa che un tempo” di J. Fogliano e L. Smith, che racconta l’esplorazione di una casa abbandonata da parte di due bambini; chi è vissuto in questa casa? chi ha mangiato in questa cucina? Chi era la persona ritratta in questa foto? Queste sono le domande che si pone l’archeologo quando ritrova oggetti e strutture durante gli scavi archeologici!

Proviamo allora a ricostruire, usando la fantasia e l’intuizione, alcuni frammenti di vasellame ritrovati in veri scavi archeologici!

L’attività:

Ho consegnato quindi ai bambini alcune stampe in A4 con disegni di frammenti e ho chiesto loro di sceglierne uno, ritagliarlo, incollarlo su un foglio più grande, formato A3 e provare a ricostruire l’oggetto originale.

Questo esercizio apparentemente semplice, chiede ai bambini di mettere in gioco capacità di inferenza che non sempre sono sviluppate o allenate: immaginare ciò che non c’è, pensare a come può continuare una linea, collegare la forma di un oggetto al suo uso… sono tutte azioni che non vengono spesso richieste ai nostri bambini ma che ritengo invece importanti per sviluppare in loro un pensiero divergente e creativo.

Abbiamo terminato il laboratorio con una carrellata di ipotesi davvero degne di un equipe di scienziati poi abbiamo appeso i nostri reperti alle pareti della nostra aula-museo.

Così si è concluso anche il giorno 2 del progetto e ci siamo preparati per il nuovo laboratorio intitolato: “Museo dei Tesori Naturali”.