Scopriamo l'esperienza di Ivan Sciapeconi, che ha adottato delle emoticon al posto dei voti, per valutare i bambini del primo anno della primaria. Una cosa l’ho capita: a scuola, meglio non parlare di emoticon. Quanto si arrabbia la gente se parli di emoticon! La cosa è andata più o meno così: due maestri di Modena (che poi sono Eva Pigliapoco e il sottoscritto) si sono messi in testa di valutare i bambini con le emoticon ed è venuto giù il mondo. Colleghe e preside d’accordo, ci si mette al lavoro e si buttano giù le schede. “Be’, pure voi, come ci avete pensato!”, potreste dire, e io sarei pure d’accordo perché le faccine non c’entrano: quello che ci siamo messi in testa di fare è una cosa un tantino diversa. Ed è andata così… Abbiamo dato una scheda ai bambini di prima (sei anni, e sottolineo sei). Abbiamo chiesto loro...