Donmilanismo e celebrazioni agiografiche a parte, l'attualità del Priore di Barbiana nelle parole di Valerio Camporesi, docente, mezzo secolo dopo "Lettera a una professoressa" Ogni volta che leggo le pagine di Lettera a una professoressa di Don Milani mi commuovo: bastano le note a piè di pagina che spiegano chi fosse Bach, la preposizione sbagliata di a prima media o l'inversione di aggettivo e nome in a pieno tempo per entrare dentro un'Italia diversa che non c'è più, un'Italia minore che chiedeva il riconoscimento del proprio diritto di esistere e d emanciparsi. Un'Italia povera ma vera, fatta di sentimenti umani che oggi sembrano sempre più rari: il passaggio dall'I care all'I like tanto agognato nella società dei socia media suona inclemente, come se in tutti questi anni fosse maturata una frattura insanabile, come se a distanza di cinquant'anni i due mondi non potessero comunicare più. Eppure Lettera a una professoressa...