La gita può essere espressione di coesione intorno a tematiche di interesse comune, di mediazione tra opzioni differenti, di responsabilità organizzativa Finalmente usciamo dalle aule: Galli della Loggia mette al nono punto del decalogo un paletto rigoroso sulle mete dei viaggi di istruzione (la gita!). Alle gite scolastiche sia fatto obbligo di scegliere come meta solo località italiane. Che senso ha per un giovane italiano conoscere Berlino o Barcellona e non aver mai messo piede a Lucca o a Matera? L’Europa comincia a casa propria. Qui mi arrendo, anzi vorrei arrendermi tanto mi pare evidente la povertà dei presupposti di questo obbligo che si vorrebbe imporre alle scuole. I nostri alunni, soprattutto quelli che hanno un’età per gite di più giorni e ad una certa distanza, hanno accesso a conoscenze, comunicazioni, relazioni che di fatto oltrepassano i confini nazionali, basta osservarli, ascoltarli e vediamo la loro capacità di pensarsi più...