La pedagogia delle emozioni si occupa di come si costruisce l’intera personalità del bambino, nei suoi aspetti cognitivi, sociali e comportamentali. 

Oggi si sente spesso parlare di intelligenza emotiva, ma di cosa stiamo parlando? Si tratta della capacità di saper riconoscere e comprendere in modo adeguato le emozioni proprie e altrui. Il successo del concetto di “intelligenza emotiva” è da attribuire allo psicologo e scrittore D. Goleman, autore del testo Emotional Intelligence del 1995.

Ma possiamo oggi parlare di apprendimento emotivo? Le competenze affettive ed empatiche sono determinanti fin dalla più tenera età. La sfera emotiva è un contenitore e attraverso l’empatia, ci permettere di mediare ogni connessione con la realtà esterna. Da qui la necessità  della “Didattica delle emozioni“.

Preparare in classe un percorso di sviluppo dell’intelligenza emotiva è semplice. Se succede durante la lezione che qualche bambino manifesti un’emozione negativa prendiamo ciò non come un fattore di disturbo alla lezione ma come un occasione di intimità. Se un bambino mostra l’emozione della rabbia ascoltiamo i suoi tempi. Aiutate i bambini a riconoscere le proprie emozioni, impareranno a fidarsi dei propri sentimenti e cresceranno con un’alta stima.

Cosa posso fare in classe o in famiglia per avviare un percorso di educazione emotiva?

Da pedagogista ho inventato i “Giochi del cuore” per iniziare questo percorso. Un esempio? “L’appello delle emozioni” svolto attraverso tante palline colorate (palla-emozione) che raffigurano sentimenti diversi. Basta una domanda: “come stai oggi?”. Se oggi sono felice prendo lo smile giallo, una pallina con un sorriso disegnato sopra e lo condivido con un altro mio compagno che oggi si sente felice come me.

L’idea è di creare dei giochi emotivi semplici ma di grande risonanza. Altro esempio: “La collana delle emozioni” può essere usata per il riconoscimento delle emozioni primarie: in base a ciò che provo indosso la collana delle emozioni. Indossare le emozioni significa saperle riconoscere e imparare anche a gestirle fin da piccoli.

Imparo a scegliere quella che corrisponde al mio umore, mi sintonizzo su ciò che provo e potenziando il linguaggio emotivo divento capace di esprimere i diversi stati emotivi. Le faccine diventano anche dei personaggi, ossia degli “inventa-favola” e con il coinvolgimento di un adulto di riferimento (mamma, papà, insegnante o educatore) si possono creare delle favole o meglio dei “dialoghi del cuore” per volare sulle ali della fantasia!

Il gioco è vita stessa per i bambini e le bambine, è un viaggio di fantasia ed emozione, la collana aiuta i bambini a potenziare il linguaggio emotivo riconoscendo le espressioni facciali corrispondenti all’emozione provata. Apprendere l’abc delle emozioni come la felicità, la tristezza, la paura, la meraviglia rappresenta un percorso di auto-consapevolezza emotiva.

Emozioni Pedagogia

Infine in ogni classe (ma potrebbe valere anche per la famiglia) non dovrebbe mai mancare un “pannello emotivo” 

È composto dalle emozioni primarie (felicità, tristezza, paura, disgusto, meraviglia, rabbia) raffigurate attraverso degli smile o delle pedine, e può essere suddiviso in giorni e appeso alla parete, aiutando così i bambini a vedere i propri cambiamenti emotivi.

Il pannello è un esercizio pratico che ci suggerisce di tenere traccia delle emozioni, una bellissima idea per far capire ai bambini come è andata la settimana dal punto di vista dei loro sentimenti. In base al tabellone, durante la giornata, si può chiedere ai bambini di scegliere la pedina relativa alla propria emozione e una volta scelta, cerchiamo di parlare un po’ del perché.