L’estate e l’interruzione della scuola provoca naturalmente un calo delle abilità, ma per i DSA le cose si complicano. Allora come fare?
Molti studi hanno appurato che l’effetto delle vacanze estive spesso annulla quasi un mese di lezioni. Misurando il livello d’istruzione degli studenti in primavera e in autunno si nota un arretramento netto. Ma è stato anche rilevato che la pausa estiva influisce in maniera diversa su abilità differenti.
La parte più colpita risulta essere infatti quella legata alla matematica e alle capacità di linguaggio. Un’ipotesi è che sia il calcolo matematico che le abilità di linguaggio siano legate all’acquisizione di conoscenza procedurale e fattuale (più facile da dimenticare), mentre altre abilità, basate su concetti, vengono colpite meno dalla interruzione della scuola.
Ma come ci insegnano le neuroscienze ogni bambino può avere strutture di apprendimento differenti. Per questo anche nel periodo estivo la situazione varia da caso a caso. In generale però si può osservare come nel caso dei bambini con DSA l’esperienza non viene accumulata nella stessa maniera della maggioranza dei bambini.
Questo è provocato dalla mancanza di quel progresso lento e nascosto che avviene nelle ore successive all’esercizio, cioè quel processo che fa da base per l’automatizzazione di un’abilità. L’allenamento ripetuto tende a lasciare una scia che si consolida nella maggioranza dei bambini mentre nel caso dei dislessici si dissolve.
Per questo motivo durante l’estate i bambini con DSA tendono a peggiorare nelle abilità di lettura. I normolettori invece tendono a mantenere le loro capacità di lettura nonostante la pausa estiva come confermato da diversi studi. Se allora il problema nasce proprio nel momento successivo all’esercizio, come si può produrre degli effetti benefici per l’apprendimento?
Non è certo un impresa semplice, serve uno sforzo creativo per creare un’alternativa al metodo scolastico per non annoiare i bambini. Qualche esempio potrebbe essere l’uso del computer in maniera varia per mantenere costante lo sforzo di lettura, oppure l’ascolto di audiolibri. L’idea è che anche i bambini con DSA si meritino un periodo di riposo come tutti, ma che con qualche strategia si possano creare strumenti compensativi per mantenere in allenamento certe abilità faticosamente apprese.
Fonti:
http://www.giuntiscuola.it/psicologiaescuola/blog-sos/dislessia/i-dsa-vanno-in-vacanza/