

12 Giugno 2017
Un piccolo ecosistema in bottiglia
David Latimer, 80 anni, potrebbe sembrare un pollice verde provetto guardando le rigogliose piante che ha fatto crescere nella sua bottiglia giardino. In realtà gli ha dedicato ben poco tempo Nel 1960 la plastica era il nuovo materiale rivoluzionario che stava sostituendo il vetro. David Latimer trovò a buon prezzo una grossa damigiana utilizzata per trasportare acido. Ci inserì del terriccio, un po’ di muschio, acqua e dei germogli di tradescanzia, calandoli accuratamente con l’aiuto di alcuni fili dalla stretta imboccatura della bottiglia. Solo nel 1972 aprì di nuovo la bottiglia per aggiungere un altro po’ d’acqua al suo terrario. Da allora è rimasta completamente sigillata fino a oggi. E le piante al suo interno sono prosperate. Ma come è possibile? I giardini in bottiglia perseverano perché l’ambiente sigillato costituisce un ecosistema isolato dall’esterno, fatta eccezione per la luce solare. Usando la fotosintesi, le piante utilizzano la luce solare per convertire anidride carbonica e...